L’Isola di Socotra è nota in particolare per la sua ricca biodiversità, rappresentata ad esempio dagli alberi dell’incenso e della mirra, che qui sono molto diffusi, tanto che nel passato popoli quali i romani, i babilonesi, i sumeri, i greci e gli egiziani si contesero a lungo questo territorio proprio per ricavare da questi alberi le resine profumate usate per i loro riti religiosi. La pianta più famosa dell’isola è comunque la Dracaena Cinnabari, comunemente nota come albero del sangue di drago, la cui origine è millenaria e la cui chioma è a forma di ombrello. La caratteristica principale di questa pianta è che quando il suo tronco o uno dei suoi rami si incide, secerne una resina che ossidandosi diventa di colore rosso, da ciò deriva quindi il nome di sangue di drago. Questa sostanza conosciutissima in tutto il mondo antico, veniva utilizzata nella medicina e come pregiato colorante per legni o tessuti e ancora oggi gli abitanti dell’isola la utilizzano come farmaco naturale. Anche se questi alberi resistono molto bene al clima arido dell’isola grazie alla loro capacità di immagazzinare acqua, negli ultimi decenni il loro numero sta gradualmente diminuendo per via delle capre introdotte dall’uomo, che brulicano con voracità i germogli appena spuntati dal terreno. Una delle attrazioni naturali più note dell’isola è rappresenta dalle grotte di Hoq, un vasto ambiente sotterraneo immerso nel buio, che può essere visitato solo in parte, seguendo un preciso percorso segnalato da un filo catarifrangente. Il nostro viaggio a Socotra e nello Yemen si conclude raggiungendo infine la laguna di Qalansiyah. Per tutte queste bellezze naturali, l’Isola di Socotra e il suo arcipelago sono stati inseriti nel 2008 tra i patrimoni dell’umanità UNESCO.