Il qat è una pianta assai diffusa nella Penisola Arabica e coltivata in particolare nel territorio dello Yemen. Infatti le sue foglie, contenenti un alcaloide dall’azione stimolante, vengono abitualmente masticate dalla popolazione e trattenute in bocca dalla mattina fino alla sera, in quanto provocano stati di euforia, una riduzione della fatica, ma allo stesso tempo anche forme di dipendenza, tanto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 1980 ha classificato il qat come una vera e propria droga. Il nostro viaggio prosegue raggiungendo Jibla, una cittadina dal carattere fiabesco, sita a circa 2.200 metri d’altezza nel sud-ovest dello Yemen. La sua importanza storica è legata alla regina Arwa che qui fece costruire il suo palazzo, purtroppo oggi in rovina e alla presenza della grande moschea di Jibla, che custodisce le spoglie della regina e che rappresenta tra l’altro una delle moschee più antiche e belle del paese. A seguire ci si sposta a Ta’izz, una grande città collocata ad una quota di circa 1.400 metri sul livello del mare, nel sud-ovest dello Yemen, caratterizzata da vecchi quartieri con abitazioni tipiche in mattoni marroni e moschee solitamente di colore bianco. Inoltre Ta’izz è famosa per essere la più grande base industriale dell’area yemenita. Nella pianura costiera occidentale dello Yemen, si trova invece la città santa di Zabid, tipico esempio di architettura classica araba, ricca di ben 86 moschee e costruzioni in mattoni, in cui sono visibili intagli, nicchie e decorazioni, che testimoniano il suo antico splendore. Anche il regista italiano Pier Paolo Pasolini rimase affascinato da questa realtà, tanto che decise di ambientare qui alcune scene del film “Il fiore delle mille e una notte”. Nonostante la città vanti la più antica università islamica del mondo, sta purtroppo attraversando una fase crescente di decadenza, accentuata dalla crisi economica dominante nello Yemen.